Ho raccolto però per te le parole di Marina Abramović e di Ulay dal documentario “No predicted end”.
In un’ora e mezza di filmato, ricostruiscono la loro incredibile storia d’amore e ricerca artistica, indagano sulle ragioni della separazione e cercano – insieme, attraverso il dialogo – la strada verso una riconciliazione profonda in grado di portarli al di là delle battaglie legali che li avevano tenuti lontani per anni.
Si chiama “Giustizia Riparativa” ed è “un processo in cui vittime e autori del reato, partecipano insieme attivamente alla risoluzione delle conseguenze del reato, generalmente con l’aiuto di un facilitatore”. La testimonianza di un percorso faticoso e straordinario, che per anni ha messo a dialogo Agnese Moro, figlia dell’onorevole Moro, e i responsabili del rapimento e dell’omicidio di suo padre e degli uomini della scorta.
Emozionarsi per sentire di esistere. Forse è per questo che nonostante il gran parlare di emozioni e di intelligenza emotiva – e a dispetto dei recenti contributi delle neuroscienze – la nostra relazione con le emozioni continua a rimanere ‘problematica’. Inconsapevole.
Esistono diverse lacune nel linguaggio delle emozioni e ha cominciato a cercare le definizioni per colmarle e poter così condividere debolezze umane e sentimenti contraddittori che tuttə proviamo ma pensiamo di non poter esprimere, perché non abbiamo le parole per indicarli.
Collaborare per trovare una soluzione a un problema condiviso, significa risolverlo in modo più rapido e con più creatività. Tutti imparano nuove abilità, acquisiscono competenze e insieme si crea innovazione.
Nell’estate del 2008 – pochi mesi dopo la nascita della mia prima bimba – ho passato diverse settimane in Puglia dai miei genitori. In quei giorni mi capitò di leggere un articolo su Yoga Journal che si intitolava “Lezioni di Libertà”.