Serena Mancini

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Sono Serena Mancini.

Formatrice e attivista della presenza.

Promuovo pratiche di consapevolezza e di ascolto che accrescono la presenza, facilitano il cambiamento e favoriscono la comunicazione reciproca.

La mia passione è lavorare con i team e le organizzazioni per diffondere una cultura della collaborazione.

Tutte le mie proposte hanno un obiettivo comune: creare uno spazio di presenza in cui essere ed esserci.

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Tempo di lettura: 4 minuti
Flocking - Collaborative Working Experience

Il collaborative learning (o apprendimento collaborativo) è una metodologia di apprendimento in gruppo che, oltre ad essere efficace in ambito scolastico, si sta dimostrano altrettanto valida anche nei contesti lavorativi.

La maggior parte di noi è cresciuto in una cultura che riconosce e celebra solo il successo individuale. Ma i “nuovi eroi” sono le persone che, nelle organizzazioni o nei progetti, sono in grado di creare alleanze e costruire team capaci di collaborare per il raggiungimento di obiettivi comuni. Collaborare per trovare una soluzione a un problema condiviso, significa risolverlo in modo più rapido e con più creatività. Tutti imparano nuove abilità, acquisiscono competenze e insieme si crea innovazione. 

Che cos’è il collaborative learning?

Quando si parla di collaborative learning in genere ci si riferisce a una coppia o un gruppo di persone che apprendono lavorando insieme, a volte per scelta, a volte per circostanza. Scegliamo di collaborare con gli altri per dare uno slancio alla nostra creatività, oppure come strategia per unire le forze e realizzare un progetto o costruire un’impresa.

L’implementazione del collaborative learning – se ben progettata e applicata – permette alle persone di unire le forze e le competenze individuali per raggiungere obiettivi comuni, invece di competere. E permette a colleghi di uno stesso team o organizzazione di lavorare fianco a fianco verso obiettivi di apprendimento individuali.

Qual è la differenza fra cooperative learning e apprendimento cooperativo?

L’apprendimento collaborativo viene spesso scambiato per apprendimento cooperativo. Tra i due c’è una diversità di approccio. Nell’apprendimento cooperativo, i ruoli dei membri del gruppo e le regole sono definiti in modo più strutturato e il gruppo viene organizzato e supervisionato da una figura al di sopra del gruppo (il facilitatore o l’insegnante). Invece, l’apprendimento collaborativo è più fluido: i membri del gruppo sono incoraggiati da un facilitatore a creare la propria struttura e i propri ruoli al suo interno, purché completino il compito assegnato.

Come si struttura un apprendimento collaborativo?

Gli elementi essenziali per la creazione di un apprendimento collaborativo efficace sono quattro.

  1. Organizzare il lavoro per progetti. Strutturare il lavoro per progetti è un modo eccellente per promuovere la collaborazione. Organizzare le attività secondo un frame progettuale promuove un’efficace interazione di gruppo, incoraggia gli individui ad assumersi la responsabilità di un’attività individuale mentre si lavora insieme per un obiettivo comune, spinge a condividere e comunicare risultati e riflessioni. Ogni persona può contribuire al progetto, nel rispetto delle proprie competenze e abilità, ma anche dei propri tempi e preferenze personali. Sulla base di queste caratteristiche personali, si può creare una distribuzione di ruoli dinamica e armonica. Ognuno contribuisce a partire dai propri punti forza e talenti personali.
  1. Promuovere l’autonomia. Uno dei vantaggi del lavoro ibrido è la potenziale autonomia che lascia ai membri di un’organizzazione. Un’autonomia che si traduce in una maggiore responsabilità personale: ogni membro del gruppo diventa consapevole che il proprio contributo individuale è essenziale per la buona riuscita del progetto. Questo aspetto può rappresentare un vantaggio solo se si è costruita la fiducia necessaria per lavorare come gruppo.
  1. Dare e ricevere feedback. Uno dei modi più importanti per far crescere i membri di un team è la gestione di feedback efficaci per aggiornare sulla buona riuscita del progetto e sulla crescita che ne consegue, per il singolo e per il gruppo. Tradizionalmente questo è un ruolo assegnato ai manager e agli executive, ma è sempre molto utile incoraggiare il feedback fra pari e persino immaginare di creare un sistema di feedback automatico (generati da software e strumenti tecnologici collaborativi). Imparare a dare e ricevere feedback è importantissimo. Così come lo è promuovere la diffusione e l’utilizzo di strumenti tecnologici collaborativi che facilitino e rendano estremante fluido il processo di interscambio.
  1. Riflettere sui progressi e rielaborare il processo. Dopo aver ricevuto il feedback, l’ultimo passo è la rielaborazione dei risultati raggiunti e l’identificazione dei passi successivi. Il valore di questa fase del processo è nel poter considerare cosa ha funzionato bene e cosa potrebbe migliorare, quali sono gli apprendimenti che l’esperienza ha generato e quali sono le eventuali modifiche da apportare. La riflessione può riguardare il contenuto stesso del progetto, ma anche il modo in cui il gruppo ha lavorato insieme. Il processo stesso diventa oggetto di riflessione per continuare a migliorare la capacità di collaborazione e comunicazione.

 

Il collaborative learning non è un concetto, è una pratica

Identificare i principi che guidano la collaborazione può essere sfidante: ogni individuo ha un senso del tempo, priorità e valori differenti. Per questo è particolarmente importante che le diversità di ciascuno siano raccolte in una direzione comune: un proposito formulato in modo chiaro, condiviso con intenzionalità e cura, è fondamentale per il successo di una collaborazione. Due o più partner che condividono una direzione possono raggiungere l’eccellenza in un dato settore e allo stesso tempo rimanere capaci di un pensiero originale e indipendente.

Tenersi insieme in un apprendimento collaborativo non è, quindi, un semplice concetto. È un pratica, che va portata avanti con costanza e interesse. Quando un lavoro comune è una vera collaborazione, persino i disaccordi creativi diventano generativi di nuove idee e soluzioni e sfociano in un apprendimento.

Per sperimentare il collaborative learning e altre forme innovative di apprendimento in azienda, propongo formazioni progettate per sostenere le organizzazioni e aziende nel cambiamento e nelle transizioni.