Serena Mancini

Sono Serena Mancini, formatrice, coach, attivista della presenza.

Lavoro con i team e le organizzazioni per diffondere una cultura della collaborazione. Propongo pratiche di consapevolezza e di ascolto che facilitano il cambiamento e la comunicazione reciproca. Attraverso il coaching ontologico trasformazionale aiuto le persone a espandere il modo in cui pensano a se stesse, per agire verso il futuro.

Tutte le mie proposte hanno un obiettivo comune: creare uno spazio di presenza in cui essere ed esserci. Promuovo un approccio d’insieme alla risoluzione dei problemi, centrato al contempo sulla persona e sul gruppo. Esploro con entusiasmo le potenzialità del systems thinking per la creazione di un futuro più equo, plurale, collaborativo.

La presenza: tu, l’altro, la relazione

La presenza è uno stato che emerge dall’ascolto: di sé, dell’altro, della relazione che ci tiene insieme. È ascolto del corpo, dello stato emotivo, delle conversazioni interne. È lo spazio in cui il futuro parla al presente, se consentiamo a noi stessi di essere aperti al processo di conoscenza, dentro e attorno. 

Entrare in relazione da uno stato di presenza significa essere in dialogo. Da qui possiamo aprirci a un mondo intero di nuove possibilità e concepire il cambiamento, a livello personale e collettivo: nel dialogo scopriamo modi di pensare sistemici. Il processo di apprendimento è il percorso dalla conoscenza, all’esperienza, alla consapevolezza.

Insegnare ma prima apprendere, insieme

Attraverso le proposte formative sfidiamo le ipotesi, per provocare un cambiamento e generare innovazione. Essere studenti, cioè usare un atteggiamento aperto per apprendere, è fondamentale. Incoraggiare questo approccio in me e negli altri significa andare verso una direzione di autonomia, crescita, libertà

Impariamo mediante il pensiero e l’azione. Ogni tipo di apprendimento nasce dal nostro modo di interagire con il mondo e dipende dal grado di consapevolezza con cui ci immergiamo nello scambio. Se rimaniamo in superficie, le azioni non sono altro che reazioni. Se ci spingiamo oltre, se siamo presenti a noi stessi e agli altri, le azioni possono diventare trasformazioni profonde.

L’apprendimento attivo caratterizza le attività che propongo nelle aziende e nelle organizzazioni. Nella didattica mi affido alla filosofia del learning by doing: mi appassiona la sfida di riconfigurare la conoscenza attraverso attività esperienziali. Una conoscenza che, nel fare, diventa competenza.

I partecipanti sperimentano le attività in prima persona e le rielaborano insieme, attraverso la mia facilitazione. La comunicazione reciproca è il modello di conversazione che utilizzo per condividere gli apprendimenti e innescare cambiamenti di prospettiva. Le pratiche di consapevolezza corporea, il processo creativo e le simulazioni creano una comprensione diffusa e favoriscono una cultura della collaborazione.

Il coaching: guardare il futuro dal presente

Il coaching ontologico trasformazionale aiuta le persone a pensare a se stesse in modo più ampio, attraverso l’atto generativo del linguaggio. È nelle conversazioni che costruiamo il futuro, al di là delle circostanze, partendo dal presente: comprendiamo meglio chi siamo, come diamo senso al mondo, chi vogliamo diventare. Le conversazioni facilitano il cambio di prospettiva, quindi l’immaginazione e l’azione. Il coaching è rivolto verso il futuro desiderato, rendendolo possibile.

C’è un punto di collegamento tra coaching e formazione: entrambi attivano l’apprendimento attraverso il dialogo e accompagnano le persone fuori dal conosciuto, generando un momentaneo spostamento, un punto di vista inedito. In questo movimento esploriamo una situazione di partenza e alleniamo l’immaginazione: è lì che c’è il futuro, nei modi che scegliamo per attuare una visione. La formazione e il coaching lavorano esattamente nella distanza tra una situazione attuale e una desiderata, provocando la giusta tensione creativa per favorire la trasformazione.

Il futuro non esiste, lo creiamo

Se il futuro è presente nelle conversazioni, possiamo scriverlo e riscriverlo. Pensare al futuro, a un’immagine di futuro desiderato, ci muove attivando il fare, il potenziale del processo creativo, l’intenzione del cambiamento. 

Il futuro non esiste, lo creiamo con le parole e nelle relazioni: è futuro presente.

Conosciamoci

per trovare un’intuizione

per rovesciare un punto di vista

per creare conversazioni migliori

per immaginare il futuro

per incoraggiare il pensiero autonomo

Biografia

Dopo una laurea in Architettura e un Master in Marketing e Comunicazione Web, ho lavorato come responsabile della comunicazione per YOOX-Net-A-Porter, inaugurando le attività nel mercato giapponese. Mi sono occupata della produzione di progetti web e dell’organizzazione di eventi legati al mondo dell’arte, del design e della moda. Ho concluso il mio percorso aziendale dedicandomi alla comunicazione interna, al recruiting e alla digitalizzazione del processo di valutazione delle competenze

Da quel momento ho intrapreso un percorso in divenire, orientato a espandere e mettere a disposizione le competenze e i temi in cui ho voluto specializzarmi: linguaggio, scrittura, comunicazione non verbale, ascolto, comunicazione reciproca, comunicazione non-violenta, public speaking, leadership, creazione di comunità aziendale, cultural transformation. Ho continuato a formarmi con un Master in Storytelling alla Scuola Holden, una formazione IDEO in Systems Thinking, un training Leading from the Emerging Future con Otto Scharmer (Presencing Institute Theory U), una formazione Duarte in Adaptive Listening, un corso EEC Italia (Escuela Europea de Coaching) in Coaching Ontologico Trasformazionale.

Sono formatrice per Feltrinelli Edu, Scuola Holden e per altre realtà associative e aziendali. Da oltre dieci anni mi sono dedicata all’insegnamento dello yoga per bambini nelle scuole: un’esperienza che filtra anche nel modo in cui lavoro con i team e le organizzazioni, integrando le pratiche di consapevolezza, l’ascolto, il valore della presenza. Il coaching completa il mio approccio: nel modello ontologico trasformazionale (che ha alla base la filosofia costruttivista, la filosofia del linguaggio e la biologia della conoscenza) attraverso le conversazioni possiamo costruire la nostra identità e partecipare alla creazione di futuri possibili.