Attivista della presenza e formatrice. Facilito il cambiamento. Diffondo pratiche di presenza corporea e di ascolto per accrescere la consapevolezza di sé e favorire la comunicazione reciproca.
Incoraggio le persone a riconnettersi con sé stesse e con la bellezza del proprio mondo interiore perché possano tornare a sentirsi intere e vivere pienamente.
Tutte le mie proposte, sia quelle didattiche che quelle artistiche, hanno un obiettivo comune: creare uno spazio di presenza in cui essere ed esserci. Se è questo che stai cercando, inizia da qui la tua ricerca.
Le emozioni sembrano sembrano arrivare dal nulla.
Le emozioni mi affascinano.
Ho cercato a lungo nei testi dello yoga indicazioni per indagarle, nella pratica e nella vita, e qualche anno fa mi sono imbattuta in un breve manuale che si intitola “Piccolo trattato dell’emozione”.
Il testo raccoglie gli insegnamenti che la scrittrice Denise Desjardins, ha raccolto sul tema delle emozioni durante gli anni di pratica con il suo maestro Swami Pajnanpad.
Emozionarsi per sentire di esistere. Forse è per questo che nonostante il gran parlare di emozioni e di intelligenza emotiva – e a dispetto dei recenti contributi delle neuroscienze – la nostra relazione con le emozioni continua a rimanere ‘problematica’. Inconsapevole.
Dal punto di vista evolutivo le emozioni sono lo strumento di cui la natura ci ha dotatə per rispondere ai cambiamenti del contesto in cui viviamo. Saperle regolare ci permette di attraversare i momenti difficili, di evitare pericoli, di agire con forza ed energia. Ma anche di stabilire confini personali, di rifiutare un’ingiustizia, di elaborare un lutto.
La conoscenza che ci svela la loro funzione e ne illustra il funzionamento fisiologica tuttavia non ci mette al riparo dal timore di ‘sentire’ le emozioni.
Quasi sempre le viviamo come un eccesso. E perciò le temiamo.
In più sono imprevedibili e, come tutto quello che non riusciamo a controllare, generano un conflitto dentro di noi e complicano le relazioni.
In altre parole l’emozione non sembra andare bene.
Riconoscere le emozioni, darsi il permesso di provarle e accettarle sembra un’impresa.
Susan David, psicologa e ricercatrice alla Harvard Medical School, ne dà testimonianza nel TED Talk in cui racconta la sua personale esperienza di rifiuto del dolore.
In una cultura che valorizza esclusivamente la positività, reprimere e nascondere le proprie emozioni sembra essere l’unico atteggiamento socialmente accettabile.
Rifiutare il peso delle difficoltà ha sempre un costo.
Nel caso della David, il rifiuto della fatica e della tristezza per la perdita del padre e le successive difficoltà finanziarie, la spinsero verso una progressiva spirale negativa di isolamento e di disordine alimentare. Fino all’incontro con un’insegnante che le mostrò la possibilità di esprimere e riconoscere le emozioni represse semplicemente affidandole alle pagine di un quaderno che nessun altro avrebbe letto:
La bellezza della vita è imprescindibile dalla sua fragilità. La sola certezza è l’incertezza, eppure non attraversiamo questa fragilità comodamente.
Dal 2020 lo vediamo in modo evidente: l’aumento della complessità, i veloci e inaspettati cambiamenti tecnologici, politici ed economici, o ci influenzano a partecipare una emotività edulcorata oppure rinforzano la tendenza a rifiutare le emozioni difficili in modo sempre più rigido.
Eppure le emozioni si presentano per richiamarci a una presenza e invitarci a incontrare la vita così come è.
‘Essere esposti alla vita’ è l’indicazione poetica e precisa che ho ritrovato nelle parole Vimala Thakar, maestra spirituale indiana, filosofa e discepola di Jiddu Krishnamurti.
Nel libro “Il mistero del silenzio” Vimala scrive:
Vimala la chiama tenerezza, duttilità. Susan David la definisce ‘agilità emotiva’ (emotional agility).
La via è quella della presenza, dell’esserci, aprendo il proprio cuore a ciò che realmente proviamo in un’accettazione radicale di tutte le emozioni che ci attraversano.
Anche quelle confuse, difficili o socialmente etichettate come ‘negative’.
Insieme alla capacità di trovare le parole più precise per dirle, quelle più vicine ai reali sentimenti che proviamo. Più impariamo a essere precisə nel distinguere l’origine delle nostre emozioni, più saremo in grado di attivarci per muovere dei passi concreti. Li riconosceremo anche come i passi giusti, perché saranno allineati con i nostri valori essenziali: le emozioni si attivano infatti intelligentemente per indicarci e mostrarci proprio le cose a cui teniamo.
Ecco perché sono affascinata dalle emozioni.
Cosa ci stanno dicendo? Cosa ci stanno mostrando? Quale strada ci stanno indicando?
La curiosità non esclude il timore dell’attraversamento, ma è un buon talismano da tenere con sé.
Forse le prime volte ci sarà richiesto un atto di fede, ma dopo un certo numero di attraversamenti diventerà più facile incontrare la propria fragilità e scoprire che proprio lì si nasconde l’unica possibilità di vivere pienamente e rimanere apertə alla meraviglia.
La mia insegnante Sandra Sabatini lo ha detto in un modo meraviglioso e semplice.
Il suo invito è così irresistibile che non posso tenerlo solo per me:
Attivista della presenza e formatrice. Facilito il cambiamento. Diffondo pratiche di presenza corporea e di ascolto per accrescere la consapevolezza di sé e favorire la comunicazione reciproca.
Incoraggio le persone a riconnettersi con sé stesse e con la bellezza del proprio mondo interiore perché possano tornare a sentirsi intere e vivere pienamente.
Tutte le mie proposte, sia quelle didattiche che quelle artistiche, hanno un obiettivo comune: creare uno spazio di presenza in cui essere ed esserci. Se è questo che stai cercando, inizia da qui la tua ricerca.
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