Ho raccolto però per te le parole di Marina Abramović e di Ulay dal documentario “No predicted end”.
In un’ora e mezza di filmato, ricostruiscono la loro incredibile storia d’amore e ricerca artistica, indagano sulle ragioni della separazione e cercano – insieme, attraverso il dialogo – la strada verso una riconciliazione profonda in grado di portarli al di là delle battaglie legali che li avevano tenuti lontani per anni.
Si chiama “Giustizia Riparativa” ed è “un processo in cui vittime e autori del reato, partecipano insieme attivamente alla risoluzione delle conseguenze del reato, generalmente con l’aiuto di un facilitatore”. La testimonianza di un percorso faticoso e straordinario, che per anni ha messo a dialogo Agnese Moro, figlia dell’onorevole Moro, e i responsabili del rapimento e dell’omicidio di suo padre e degli uomini della scorta.
Attraversiamo tempi di incertezza e veloce cambiamento. Viviamo in condizioni di forte stress e impegno intenso. In questa situazione, avere consapevolezza di sé stessi ed essere presenti è più difficile di quanto sembri.
Abbiamo imparato a funzionare e a performare, a passare velocemente da un compito all’altro. Arriviamo alla fine delle nostre giornate consumati, con il desiderio di avere più tempo per noi, di rallentare, respirare o semplicemente riflettere su quello che abbiamo vissuto durante la giornata. Nonostante le buone intenzioni, però, il tempo per noi stessi finisce in fondo alla lista delle priorità e, giorno dopo giorno, sentiamo crescere dentro un senso di insoddisfazione.
Ci sono momenti in cui si ha la sensazione che la vita ci scorra fra le dita con la frustrazione (e a volte la disperazione) di non riuscire a raccogliere il frutto delle proprie giornate. A me è successo qualche anno fa, quando le mie figlie erano ancora piccole e io ero all’inizio del mio lavoro come libera professionista.
Sandra Sabatini è la mia insegnante di yoga. Sandra mi ha aperto a una relazione con lo yoga e con il respiro completamente nuova: una relazione che nasce dalla gentilezza e dal rispetto per la profonda intelligenza che abita il corpo.